Secondo i più recenti ed accreditati studi, la religione è una spontanea risorsa psicologica che consente l’adattamento all’ambiente nel processo evolutivo.
I più insigni studiosi della materia, tra cui menziono Lee A. Kirkpatrick e Vassiliss Saraglou, si domandano se la sia la religione ad influenzare la personalità o se, invece, siamo dotati di una disposizione della personalità che, da sola o con altri fattori, conduce alla religione. Comunque, dicono, le credenze ed i comportamenti religiosi sorgono dall’interazione tra un’evoluta architettura psicologica e l’ambiente.
La religione risponde alla necessità umana di adattarsi all’ambiente, al fine di non soccombere nel processo evolutivo e di continuare a trasmettere i propri geni. Non è altro che una predisposizione mentale dell’uomo a soddisfare i suoi bisogni di “attaccamento”, formando un complesso di credenze e di comportamenti che orienta la sua ricerca di soluzioni mentre interagisce con l’ambiente.
La religione, allora, è un prodotto umano, psicologico, evolutosi per via ancestrale come insieme di soluzioni psicologiche ai ricorrenti problemi adattivi. Nella religione, ciò che l’uomo crede di Dio e su Dio ed il suo comportarsi in un certo modo nel rapporto con Dio è solo funzionale alla soluzione di problemi evolutivi della specie, immersa in un ambiente che offre continui stimoli di adattamento. La religione è funzionale alla sopravvivenza, è una continua ricerca con scopo adattivo, attivata da un umano meccanismo psicologico.
La religione può perfino essere considerata un bisogno geneticamente determinato, che l’uomo utilizza per confermare o rinforzare i propri tratti di personalità e che interviene per conferire solidità a ideologie, gruppi, rituali, emozioni e valori. Serve a dare certezza all’individuo nel suo relazionarsi con la vita affermando la propria personalità. Conseguentemente, ogni persona tende a vivere in un ambiente che confermi la propria identità. La scelta di un sistema religioso è uno dei criteri con il quale lo seleziona. Insomma, ognuno si cuce addosso la religione che più lo aiuta a sopravvivere ed a sopportare se stesso.
Anche l’ateismo è una religione. L’ateo ha fede nel funzionamento del suo sistema di credenze e di comportamenti psicologici individuali basati su propri valori e ideali. Non ha Dio, ma poiché la religione è una risorsa umana per l’adattamento, l’affermazione e la sopravvivenza dell’individuo in un ambiente ostile, anche l’ateismo trova casa tra le religioni.
La religione dunque ha poco a che vedere con Dio! E’ un sistema, un fattore genetico, un insieme di meccanismi psicologici, che, in mancanza di Dio, offre comunque all’uomo una possibilità di sopravvivenza.
La realtà è che l’uomo non fu creato per sopravvivere sulla terra in attesa di un tempo migliore dopo la morte, ma per regnare nella vita, con espressa delega del creatore ad amministrare l’ambiente affidatogli, coltivandolo e custodendolo. Il punto non è come adattarsi all’ambiente per non morire, ma come vivere nell’ambiente compiendo con successo il nostro scopo. Dio non è una risorsa psicologica, un meccanismo mentale o una strategia proiettiva per placare l’ansia o il senso di colpa. Dio è la reale persona divina unita alla vita di coloro che credono in lui. E’ un padre, non un sistema adattativo.
Quando un uomo trova Dio, non ha più bisogno della religione per adattarsi all’ambiente, in quanto ora ha una reale relazione con colui che ha creato l’ambiente stesso. La religione è un sistema di adattamento per sopravvivere. Il regno di Dio consiste di autorità e potenza data agli uomini per adattare l’ambiente alle esigenze del piano eterno del Signore. La religione è un’ “invenzione” umana. Il regno di Dio consiste nella realtà dello Spirito Santo dimorante nei credenti in Gesù Cristo. Fino a che non hai trovato soluzioni, cerchi e intanto ti adatti per evitare i problemi. Quando, invece, hai trovato la realtà della Soluzione ad ogni problema, la applichi ai problemi per risolverli.
Gesù Cristo è venuto a riportarci la capacità di regnare nella vita e per questo ci ha dato il suo Spirito. Per chi crede in Lui, la realtà dello Spirito Santo nella sua vita rende inutile e senza scopo la religione che, con il suo ritualismo ed i suoi “meccanismi artificiali” di sopravvivenza, è un surrogato della realtà di Dio nella vita degli uomini.